Agenda 2008 (più auguri)

Scegliere l’agendina per l’anno nuovo, data la quantità di varianti possibili, è un’operazione che potrebbe protrarsi, potenzialmente, per tutti i primi mesi del nuovo anno medesimo vanificando, di fatto, l’uso di una buona parte dell’agendina stessa. Di solito prendo agendine tascabili, sul tipo moleskine ma non necessariamente moleskine, di preferenza con un giorno per pagina. Quest’anno ho preso un’agendina della GUT con illustrazioni di Corto Maltese: la pagina offre spazio per scrivere e ogni tanto è arricchita da una piccola illustrazione di Hugo Pratt.

Che poi, appena ho preso un’agendina, ne vedo subito altre dieci che vorrei comprare. Per dire, stamani ho visto questa, da Anna, e mi è piaciuta. A me succede di usare l’agendina soprattutto come “spazio retroattivo”: vado ad una conferenza, oppure devo scrivere un appunto per me, un’idea, e allora vado a scrivere nello spazio che trovo bianco dei giorni, dei mesi passati. L’agenda mi serve sempre più al passato che non al futuro. Diciamo che ogni agenda ha in sé diverse funzioni (altro che smartphone….). C’è una funzione “etimologica” (le cose da fare nel corso del tempo), una funzione “mnemotecnica” (supporto per registrazioni: pensieri, idee, appunti), una funzione “testimoniale” (quel giorno a quell’ora ho fatto/scritto questo, è successo questo e quest’altro). Tutte e tre queste funzioni svolgono, per me, un compito di rassicurazione. Sul potere rassicurante delle agende non mi dilungo, ognuno lo può testimoniare, o sconfessare, secondo la propria esperienza. Per me posso dire che le conservo gelosamente, in uno scatolone, con un’etichettina adesiva bianca su ogni copertina. Sull’etichetta ho scritto l’anno di appartenenza dell’agenda (lo faccio, ovviamente, per agevolare i compiti di ricerca e catalogazione dei miei nipoti).

A margine: un piccolo gadget da web per lasciarvi gli auguri di Buon 2008.

2 thoughts on “Agenda 2008 (più auguri)

  1. attento, però: ho letto di una compagnia di ragazzini che, trovandosi in una vecchissima cabina telefonica che aveva ancora un apparecchio con il cerchio a molla per comporre i numeri, non è stata capace di telefonare. E se i tuoi nipoti, con i tempi che corrono, non sapessero più cosa sono le pegine di carta, e buttassero via le agende perché non sanno come collegare l’hardware? devi preparare delle istruzioni per voltare le pagine, ad uso e consumo delle future disincarnate generazioni.

  2. Ne ho presa una che ha una bella carta sottile, che richiama la penna e se ne fa impressionare, solcare. Peccato che poi rovini tutto io con le stupidaggini che annoto.

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