Soulrank: teodicea e oggetti sociali

Con l’amico Camu abbiamo iniziato un dialogo filosofico, rigorosamente in orario d’ufficio, su un ipotetico sistema di misurazione dell’affidabilità sociale di una persona, sul modello di un pagerank googleliano (che io ho rinominato SoulRank). La discussione è nata a partire da una sua interessante riflessione, che custodisce inaspettati esiti filosofici, teologici e di analisi sociale.

Riassumo il suo argomento: sarebbe comoda una forma di certificazione portatile e magari telematica (smart card, RFID..) che sveltisse ogni difficoltà burocratica nel determinare l’affidabilità sociale (o l’onestà) di una persona in contesti specifici (aeroporto, contratti, interazioni interpersonali, burocrazia in genere…). La sua riflessione, che origina da considerazioni di ordine pratico, è interessante perché contiene l’ombra inquietante di un “Grande fratello” totalitario, da un lato, e l’impossibilità di predeterminare il comportamento umano nemmeno per Dio stesso, dall’altro.

In realtà, come accennavo commentando il suo post, abbiamo in atto nella società già molti sistemi che misurano, indicizzano, esibiscono e, soprattutto, registrano il nostro grado di “affidabilità sociale”. La fedina penale, il registro dei protesti garantiscono di alcuni miei comportamenti. Se voglio comprare un computer a rate tramite un finanziamento, dovrò esibire il mio ultimo stipendio, la mia carta d’identità ed il mio codice fiscale. Documenti. Noi viviamo, infatti, non solo circondati da oggetti fisici ma anche, e soprattutto, da “oggetti sociali”. Mi sembra che quell’indice di affidabilità che cercava Camu sia qualcosa che si può collocare tra gli oggetti sociali. Gli “oggetti sociali” sono, detto con parole mie, interazioni simboliche depositate in registrazioni. E sugli oggetti sociali sono possibile più teorie interpretative:

Realismo forte
Gli oggetti sociali sono solidi quanto gli oggetti fisici
Testualismo forte
Gli oggetti fisici sono socialmente costruiti

Realismo debole
Gli oggetti sociali sono costruiti su oggetti fisici
Testualismo debole
Gli oggetti sociali sono costruiti su registrazioni (piccoli oggetti fisici)

Ma siccome c’è un bel saggio di Maurizio Ferraris che dipana in modo chiaro il tema, vi invito a scaricarlo e a leggerlo con calma: Lineamenti di una teoria degli oggetti sociali (pdf), tratto dal sito Labont.

Ora, la mia carta d’identità elettronica (qui a Pisa l’abbiamo da un paio d’anni) contiene una sim ed una banda magnetica dove si trovano registrate persino le mie impronte digitali. Quindi è un supporto fisico, un documento sul tipo delle carte di credito, capace di dire di me, in modo automatizzato e tra le altre cose, il mio rapporto con il codice penale. Ma il fatto che in un tempo T1 io non abbia mai commesso crimini non è garanzia che in Tn io ancora non ne abbia commessi (per quella vicenda rognosa chiamata “libero arbitrio”, in base al quale nemmeno Dio potrebbe garantire per me dei miei comportamenti futuri).

L’ente certificatore della mia affidabilità non potrebbe essere divino, figuriamoci statale!
La “tracciabilità” invocata da Camu diventerebbe, invece, incubo orwelliano se estesa alle idee. Un RFID sottocute che indicasse “come” la penso (convinzioni politiche, religiose, inclinazioni sessuali….) è roba da film di fantascienza. La vera “tracciabilità bovina” che ci è più propria e familiare è quella del consumo. I miei orientamenti politici sono irrilevanti, ormai, se paragonati alle mie inclinazioni al consumo, all’analisi dell’oscillazione dei miei gusti, delle mie abitudini di consumatore. Quello è il vero profilo che interessa. E qui torna il concetto di “affidabilità”, ma in un’accezione differente: quella della “fedeltà di marca” L’antidoto protettivo che consiglio è uno solo: mentire a tutte le indagini di mercato!

2 thoughts on “Soulrank: teodicea e oggetti sociali

  1. A suo tempo (parecchi anni fa e senza pretesa di elaborare un pensiero originale) scrissi sul processo attuale di “reificazione del sé”. Ne scrissi provando a mettere in relazione tale processo con la naturale spinta verso la costruzione di una identità. Ecco: l’affidabilità è concetto che si applica bene ad un oggetto, decisamente meno ad un essere umano, la cui relativa imprevedibilità è, a mio avviso, caratteristica distintiva irrinunciabile. A meno che il processo di reificazione del sé non sia totale, con conseguente appropriazione della carta di identità delle cose e perdità di quella di ogni singolo, fallibile, imprevedibile essere umano. Forse.

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