Danson Metropoli – primo ascolto

Danson Metropoli è un’opera di traduzione. E, come in ogni opera di traduzione, qualcosa si aggiunge e qualcosa si perde. Il pregio di questo disco sta proprio nell’originalità dell’approccio al repertorio contiano: scelta dei brani, interpretazioni, arrangiamenti. Il testo musicale torna ad essere un materiale interpretabile. Certo, il purista di Conte sentirà la mancanza di questo e di quell’altro strumento, di quel rivolto di accordo, di quell’inciso di oboe o di trombone o di sax soprano che non c’è più (io nell’Aguaplano degli Avion, ad esempio, non riesco a sentire bene in evidenza un accordo di Sol tredicesima, che per me fa la differenza…) Lo stesso Conte ha incoraggiato – ci dicono le interviste -, nel suo ruolo di direttore artistico del progetto, a “tradirlo”, a non rispettarlo troppo. L’esperimento è riuscito, soprattutto in quei brani che non avevano nessun modello orchestrale inciso da Conte stesso, brani da lui registrati solo piano e voce (Un vecchio errore, Blue Haways) oppure l’inedito e fantastico Il giudizio di Paride, scritta appositamente per gli Avion (brano nel quale Peppe Servillo può utilizzare tutte le sue qualità canoro-attoriali). La firma di Conte, anche in questo brano, è sempre più una firma di tipo armonico, di rapporto tra accordi, tonalità (e si torna al colore delle tonalità) che rimane, per me, il suo stile più riconoscibile insieme all’ironia. Mancano le ance, va bene. Ma gli Avion con le ance (il sax baritono di D’Argenzio tra tutte) della loro discografia precedente somigliavano già troppo agli arrangiamenti contiani, e non avrebbe avuto senso “imitare” Conte. No, qui lo si ritraduce. Le canzoni sono state tradotte. Interpretare è appunto un tradurre. E’ questa cura e questo “azzardo” che rendono il disco imperdibile.

[Analiticamente: la chitarra di Fausto Mesolella spadroneggia la scena, con una forza convincente, piena di lirismo, di citazioni, di tocco (suoi gli arrangiamenti); bellissima la voce della Nannini usata nel ritornello di Elisir; ottima la trascrizione dal piano alla chitarra per Un vecchio errore (le orchestrazioni e direzioni d'orchestra degli archi sono curate da Daniele di Gregorio, jazzista fantastico e percussionista di Conte dai primi anni Novanta in poi...); illuminante la corsa western in cui si trasforma l'astigiano Sijmadicandahapajiee - brano che si può ascoltare in sottofondo nel sito degli Avion -]

16 thoughts on “Danson Metropoli – primo ascolto

  1. Pingback: Danson Metropoli » Colti sbagli

  2. Come se avessi letto di fisica quantistica, stesso effetto, però ci tenevo a farti visita. In fondo abitiamo nella stessa busta di congelati.

  3. (doveroso corrige)
    Ehm… come dire… ho ascoltato in anteprima un paio di brani e… beh… mi sa che ci ripenso, matteo. Tradotto: il Maestro può, gli Avion, sinceramente… hm… (ma forse se sento altri brani cambio idea ancora unqa volta).

    PS – lo devi, a fidarsi dei consigli degli amici, alle volte… :o )

  4. Non so che pensare… Diciamo che avrei apprezzato (e sperato) meno rock e meno stravolgimenti ritmici (elisir è stata stravolta!). Comunque ci sarebbe stato margine e spazio per un valore aggiunto, una cifra propria per gli avion travel. “Blue haway”, sebbene non sia tra i miei brani preferiti del ricco repertorio contiano, forse è il più riuscito…
    Mi sarebbe piaciuto ascoltare tra i brani conosciuti (ma molto belli) e da rivalutare (mi è parso questo un criterio di selezione) “Troppo difficile”, “Recitando”, “Inno in re bemolle”, “Arte” etc.
    Chi dovesse approcciarsi al Maestro a partire da questo album potrebbe essere non troppo incuriosito… questo lo temo e mi dispiacerebbe.
    Mi sarei aspettato qualcosa in più, in tutta franchezza!

  5. Fabrì, ma no che hai orecchio musicale anche tu! :-)

    Max…è un acquisto consigliato solo ai veri appassionato o degli Avion o del Maestro, per studio e completezza d’archivio. Ma è un disco che rischia, quindi che dice qualcosa.

    Aguaplano, anch’io avevo aspettative diverse. Ma c’è del buono lo stesso.

  6. Qua c’è qualcuno che ha le orecchie foderate
    (leggi: Max e Aguaplano).
    Allevi vi meritate, nulla più!

    saluti
    Cristiano

  7. Eh?! Scrivi più forte, Cristiano, ché, come sai, non sento bene! (sorrido divertito)

    PS – Ma anche no.

  8. Pensa che io pensavo che Cristiano (piacere, Matteo) si riferisse ai titoli di due brani di Conte, e non ai nomi di due commentatori….

  9. Ciao Matteo,
    ho letto anche l’altra stanza, dove difendi con grande savoir-faire l’ultimo lavoro degli Avion Travel. Con quel tipino là non era facile trattenersi… chapeau!
    Cosa dire di Max e Aguaplano:
    che la democrazia gli ha concesso una nobiltà onomastica che, pare evidente, non meritano!
    E tu sei fin troppo generoso ed educato, nuovamente… chapeau!

    cordialmente
    Cristiano

  10. Cristiano, in rete capita di incontrare di tutto. C’è il fraintendimento che tutti possa dire tutto. Io qui modero i commenti, perché in casa propria non si lasciano imbrattare i muri, no?

    Su Aguaplano non so a chi corrispondesse, ma su Max posso dire che, essendo un amico che conosco bene, i suoi giudizi non sono avventati (e poi in quei commenti stava pure un po’ giocando con me e non erano una sua vera recensione al disco; che potrebbe benissimo non piacergli)

    Non si è mai troppo generosi, né mai troppo educati.

  11. Beh, se lo conosci bene il discorso cambia… e di molto! Faccio ammenda e confido nella generosità del signor Max…Però quel “gli Avion, sinceramente” è ingeneroso, poco rispettoso del grande lavoro di Mesolella e Servillo. ;-)

    Quanto all’anonimo Aguaplano, pare non aver messo a fuoco il progetto Danson Metropoli. Stravolgimenti, scelte dei brani che non lo convincono, Danson Metropoli come porta carraia dell’opera del Maestro.
    Ma dico, stiamo scherzando?
    Vorrei ricordare al signor Aguaplano che dietro le orchestrazioni di D.M. c’è Daniele Di Gregorio, un fedelissimo di Paolo Conte che, tra l’altro, li accompagna nella tournée. Lo stesso Conte ha spinto con ferma convinzione gli Avion Travel verso una cifra espressiva affatto diversa. Il Maestro si è esposto non poco in questo progetto: dalla direzione artistica, alle guaches, fino al cameo di Elisir.
    Sarebbe il caso di sterzare nelle curve, non si sa mai…

    cordialmente
    Cristiano

  12. E’ comunque interessante (ciao Cristiano e Matteo!) un aspetto niente affatto banale: l’arte (o musica) si può o deve “meritare”? Credo piuttosto che un artista per essere davvero tale deve essere generoso. E la generosità non si merita, ma si accoglie. Anche potendola tranquillamente poi non apprezzare particolarmente. (sorrido e saluto caramente entrambi)

    Max

  13. In conclusione, penso sia un disco che, come tutti i dischi ben lavorati, si apprezza più a distanza di tempo che non al primo ascolto.

    I miei primi ascolti avvengono sempre in auto, appena preso il cd. Quindi, nel mio caso, l’auto è la mia bolla acustica che influenza tutti i primi ascolti.

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