Pulviscolo

È tanto fitto il pulviscolo di frasi
che si possono disseminare in una giornata sola
nello schema libero delle parole crociate
- sono i testi del telefono, i testi dello schermo sociale -
che ho paura, a volte, nel far respirare qui
la coltivazione dei miei manufatti.

Ricordo un cucciolo di cane che non poteva uscire
da casa per un dato periodo di tempo dopo la nascita,
per immaturo sistema immunitario?, non lo ricordo più,
o in attesa di una vaccinazione? era la prassi?,
così i versi richiedono sempre speciali quarantene
e cautele infinite prima di cadere nel vuoto,
perché del vuoto vi è mancanza piena.

E’ il rumore rosa del giorno feriale,
centinaia di saluti eteronimi riciclati, esausti,
quello che m’impedisce l’ascolto pomeridiano
del verso libero, liberato come un cane
portato a pisciare fuori casa, prima di cena.

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