La tata

LA TATA ALTOATESINA. I miei genitori, tra il 1968 e il 1971, hanno abitato ad Ortisei (St. Ulrich) in Val Gardena. Insegnavano italiano alle scuole medie. Negli anni successivi, una volta rientrati in Italia (sic), mantennero forti legami di amicizia con quel luogo, e quasi ogni estate tornammo là in vacanza a trovare la famiglia che li aveva ospitati. Quando avevo un paio di anni mi venne affidata una tata proveniente da Ortisei, o “ragazza alla pari”, che abitava da noi. Forse faceva l’università? Non lo so. Si chiamava Carla. Come nel poema di Pagliarani. Ne ignoro il cognome. Sei ancora viva Carla? Quanti anni hai? Cosa fai ad Ortisei adesso? La leggenda familiare vuole che Carla spesso mi parlasse in tedesco. “Io non parlo il tedesco, scusa, pardon”, direbbe il Maestro. Forse deriva dal quel contatto precoce con quella lingua straniera tanto aliena la mia idiosincrasia verso l’apprendimento del tedesco? Chissà. L’espressione di un bimbo di due anni di fronte alla tata che gli parla in tedesco è molto tipica, è il ritratto dell’incomunicabilità.

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