Allora, come vi dicevo (a Buono Pettinari e Barbara Baldi), Giacomino è lì, al tavolo, che scrive, ogni tanto si gratta la schiena con la penna, sbuffa, tira su gli occhi al cielo, guarda fuori dalla finestra, si rigratta, pensa, scrive…”Del celeste confine il guardo esclude…”, sbuffa, ci ripensa….’sto celeste confine, ma a chi voglio darla a bere…”, pensa, insomma è lì che compone e si arrovella quando arriva un disco volante, coi marziani! Marziani a Recanati! Un raggio di luce lo abbaglia, gli cade la penna, e lo portano via!
(continua…)