Quando Matteo mi ha invitato a comporre due righe di racconto su un “angolo significativo e segreto custodito dalla casa”, non ho avuto dubbi, e ho immediatamente pensato al soffitto del salotto. Salotto, salone: come vogliamo chiamarlo, per sottrarci all’inconfondibile lessico piccolo-borghese che da sempre caratterizza le abitazioni di noi italiani? Mettiamoci, oltretutto, che ho avuto un padre ingegnere. Da qui una certa familiarità con “disimpegni”, “tavernette”, “angoli cottura”…Venendo dunque al salotto di casa mia, (un’antica abitazione in rovina al centro storico di Roma), ricordo che, poco dopo l’inizio dei lavori di ristrutturazione (forse più rovinosi della rovina originaria), ricevetti la telefonata di un muratore che, con sua grande sorpresa, mi annunciava una scoperta finalmente felice. Il soffitto che avevo trovato al momento dell’acquisto, in verità nascondeva un segreto: sotto la copertura che conoscevo, si celava difatti un metro e mezzo di vuoto, dietro cui si trovava un cassettone antico, quello che appunto si vede nella foto. Morale della favola: sotto i miei occhi increduli, la casa era cresciuta, e cresciuta in altezza! Ne fui felice. Non avrei potuto immaginare un benvenuto migliore.