A Siena

Siena è una città meravigliosa, refrattaria al mito meccanico del Novecento, la macchina, e disegnata su una mobilità equestre. Non a caso è la città del Palio. Se dovete entrare a Siena, usate il cavallo! Città d’arte per eccellenza, le telecamere della zona a traffico limitato non sono collegate a un circuito di sorveglianza video ma a dei pittori a olio, che ritraggono le targhe di ogni auto che transita. L’automobilista che, per distrazione, superi il varco dei pittori a olio, si ritroverà in un dedalo di viuzze sempre più strette e disegnate sui fianchi della cavalcatura di Aceto (lo storico fantino). Inoltrarsi è entrare nell’incubo di una claustrofobica bellezza. Che la famosa Piazza del Campo non sia stata ancora adibita a pubblico parcheggio, e che la sua forma di conchiglia non venga istoriata con le strisce blu d’una ipotetica contrada del Parchimetro, mi pare una resistenza al presente davvero anacronistica.

Chi invece volesse affidarsi alla regie ferrovie, sappia che per arrivare a Siena dovrà votarsi agli Dei capricciosi che stanno su un binario della stazione di Empoli e che decidono  - per tutti noi – quali coincidenze, prese al volo dal resto del mondo contemporaneo, permetteranno di raggiungere il bel borgo toscano in un tempo ragionevole, tra i contemporanei.

Visitate Siena, ma a cavallo.

(Nella foto la mia macchina parcheggiata dentro la ZTL dei pittori ad olio, in Piazza del Mercato, a pochi passi da Piazza del Campo)

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