Alle sedici e trentadue
del pomeriggio del venti
di ottobre ho sentito
chiaramente l’asse
terrestre spostarsi
verso una maggiore perfezione.
La luce entrava dalla finestra
a destra nella mia camera,
tu scrivevi i tuoi compiti
sulle vocali, nella tua,
io ascoltavo sdraiato sul letto
il rumore della matita sul foglio.
Ad ogni vocale tracciata col rosso
la terra girava un po’ meglio,
e più luce passava dalla finestra.