Mi accorgo, licenziando il Lapis odierno, che vado raccogliendo e indicando gli usi linguistici che non mi piacciono, e che questo “non mi piacciono” progressivamente si estende, e che l’insieme dei modi di dire correnti che non mi piacciono tende, sempre di più, a coincidere col linguaggio corrente tutto. E che il linguaggio corrente mi appare sempre più il regno della sintesi falsificante, della semplificazione spiccia, del superlativo rassicurante e iperbolico. Anche dei semplici auguri di pronta guarigione mi paiono ormai, su Twitter, affettati e insinceri. E capisco, da questa mia insofferenza, che devo cambiare prospettiva e sguardo.