Lontano da Google

Caro professor Magris,
le scrivo in riferimento al suo articolo apparso sul Corriere della Sera il 6 febbraio 2014 e titolato, nella versione on line, Su Facebook a mia insaputa. Non ci sto (vedi qui). Il titolista ha condensato, per inciso, due espressioni giornalisticamente consumate, e di derivazione concettuale politica: l’insaputismo di scajolana origine, e il noncistoismo di scalfariana e presidenziale memoria. Devo dirle, preliminarmente, che sono un suo affezionato lettore fin dai tempi in cui il mio maestro (volontario e involontario), il compianto prof. Aldo Giorgio Gargani, mi faceva frequentare le atmosfera permeate dalla stessa “nevrosi austrica” che circola nei suoi studi originari sul “mito asburgico”. Ora, saldato un debito di riconoscenza intellettuale e stima verso la sua opera, l’idea che mi sono fatto dell’editoriale che porta la sua firma è che sia un apocrifo, un falso Magris che cerca di imitare il vero Magris…

…continua su Il Bureau

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