Salti

Il campetto parrocchiale, con la porta disegnata sul muro, affacciato sul mare di Corniglia, e con le reti intorno per non perdere il pallone, è un luogo fantastico. In senso letterario. Uguale all’Italia di 40 anni fa, forse. Se dovessi girare un film girerei una scena qui, coi bambini che giocano, negli anni ’70, e poi, con uno di quegli scontatissimi salti in avanti cinematografici, gli stessi bambini ma adulti, a giocare nello stesso campetto. Ho ripensato a queste due foto, scattate l’estate scorsa, mentre sto ancora cercando di capire quel po’ di Nord di pianura che ho attraversato nei giorni scorsi, quanta distanza o somiglianza ci sia tra quei luoghi, questo campetto e le altre parti d’Italia. Allora, ho pensato anche, a me sembra, che gli scrittori che fanno gli sceneggiatori, oggi, sembra sempre che sappiano tutto di come è l’Italia oppure che vorrebbero anche essere in grado, in maniera più o meno cinematograficamente scontata, di raccontarcela. E invece la mia sensazione è che non ce li abbiamo:  non ce li abbiamo proprio degli sceneggiatori in grado di raccontarmela quest’Italia, né quella dell’oratorio di Bagnolo Cramasco dove la normalità mi ha terrorizzato, né quella degli anni ’70 contenuti ancora in queste due foto del campetto parrocchiale di Corniglia.

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