Involterramento

“Raggiungere Volterra non è aisé: a nuoto non ci si può andare, per carenza di riviere; il treno si arresta ai piedi del monte che si incorona della irta civitas etrusca, onde fa d’uopo che al treno tenga dietro un autobus locale, rari gli autobus che da Pisa menano a Volterra, perché pare che lassù ci vadano solo piazzisti di dentifrici, missionari mormoni, e artigiani ansiosi di inspecialirsi nella lavorazione dell’alabastro [...] Ahimè: da Volterra mi ha strappato la mano incensosa, prelatizia, della bidonville della cristianità. Ora sono a Roma, borgo tardoetrusco, sito alla periferia di Volterra. Più a sud, in direzione di Albalonga e di Velletri.”

(Giorgio Manganelli, Una lettera sulla Toscana in “La favola pitagorica”, Adelphi, pp. 174 e 176)

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