Creaturalità

 

Ripenso alla grammatica
delle tue bestemmie,
che mantengono una loro sincera purezza:
risuonano in me come tocchi di campana
al millenario tabù linguistico,
il comandamento che nega,
recinge la parola.

In te hanno la forma di sbuffi eruttivi,
rutti di lava, lapilli che schizzano
per pressione interna, valvole
che il linguaggio ha consentito
per abbassare il grado millibar
della rabbia, perturbazioni
(in genere rivolta a contrattempi
prosaici, vedi “La dismisura”).

Allora il bestiario evocato,
il porco, il cane,
la creaturalità infinita
accostata al Creatore,
sta come un getto di vapore in aria,
invocazione alla divinità
davvero troppo spesso sorda.

 

(21 maggio 2012 – da “Diario liaison”, vol. I,  edizione privata)

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