Letture a domicilio


Ora, non è che io sappia poi leggere proprio bene ad alta voce, soprattutto le mie cose. Che le leggo sempre con i tempi sbagliati, gli accenti sbagliati. Cioè, le leggo col ritmo con cui le ho pensate, ci provo, perché poi leggerle ad alta voce, le tue cose, è come quando fanno passare i camion sui ponti per collaudarli. Però leggere le mie cose ad alta voce mi piace. Mi accorgo di cosa funziona e di cosa non funziona. Poi, però, sono pigro, sono anche timido, stare a scomodare le librerie, le biblioteche, cosa vuoi che gli interessi a quelli che vada lì a leggere le mie cose, penso sempre.

Allora ho pensato, davvero, non scherzo, ai citofoni. A me andrebbe pure di leggervi delle poesie, dei raccontini, così se mi date appuntamento, un indirizzo, un numero civico, un orario e un giorno, io vengo lì:  suono al citofono, vi leggo due, tre poesie, e poi vado via.  Senza impegno. Ho questi miei libretti, le biciclette, le poesie deonomastiche, i vecchi racconti, o quelli nelle antologie, e mi piacerebbe leggerli ancora ad alta voce, ma senza scomodare le librerie, le biblioteche, che a stare lì fermi, muti, i libri poi si scaricano, come le pile dentro al telecomando se non lo usi. Vengo io da voi, se volete, non salgo nemmeno le scale, non mi tolgo nemmeno la giacca…

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