Calendari, immagini, benedizioni

Da quando abbiamo appeso in cucina, qualche giorno fa, un calendario che ha dentro una foto di Sara, Sara quando entra in cucina al mattino per fare colazione saluta se stessa sempre sorpresa, quasi compiaciuta di trovarsi così santificata, in alto, in un’immagine che benedice il focolare domestico. La sua foto, ma anche la sua reazione quotidiana, mi ha fatto pensare alle immagini dei pontefici che un tempo, ma forse anche oggi, addobbavano le case di molti, moltissimi italiani. Ricordo soprattutto i quadretti di Papa Giovanni XXIII, ma anche quelli di Giovanni Paolo II. Mi sembra di ricordare che entrambe le mie nonne avessero in casa immagini del “Papa Buono”, che tra l’altro è il primo a inaugurare un nuovo rapporto coi mezzi di comunicazione di massa, con la televisione, quindi con le immagine e con la propria immagine. Ora, essendo io portatore di una sensibilità lombrosiana, ingiustificabile certo, mi chiedevo stamani chi esporrebbe mai oggi in casa una quadretto di Benedetto XVI. Sono certo che ferventi papisti saranno in grado di andare al di là delle suggestioni superficiali, quindi profondissime, generate dalla fisiognomica, eppure…credo di non dire niente di originale, né di offensivo, se affermo che i tratti del volto che il cardinale Joseph Ratzinger aveva da prestare al Pontefice corrente, Benedetto XVI, non aiutano quest’ultimo a comunicare calore umano, empatia cristiana, afflato spirituale, compassione universale. Umanità.

C’è qualcosa dell’uomo-Ratzinger che rimane, permane e disturba la percezione (almeno per me) della pura entità morale rappresentata dal suo ruolo. (la meravigliosa imitazione, poi censurata, che ne faceva Maurizio Crozza evidenziava/ipotizzava proprio questi aspetti “umani”: vanità, egotismo, durezza, irascibilità…). Ricordo che mi interessò molto un documentario sulla sua giornata tipo in compagnia del famoso segretario Padre Georg (e chi ricorda quel frammento di blob, mai più riproposto in tv, dove la Signora Franca – moglie di Carlo Azeglio Ciampi – rimane stupefatta dal nome del segretario particolare appena pronunciato da Ratzinger: “Cioccio!!?? Come Cioccio?? Ah, Giorgioo!!- Sui mutamenti del rapporto tra satira e Vaticano negli ultimi anni si dovrebbe aprire una riflessione e una ricostruzione a parte). E mi piacque molto anche un bel documentario su una visita alla sua casa privata: l’anziano fratello sacerdote, il pianoforte nella villetta…Mi accorgo che periodicamente, in poesie o prosa, torno a parlare del Papa. E’ un personaggio interessante. E’ ancora possibile una valutazione puramente storico/teologica di un Pontefice, quindi affidata a teologi e storici della Chiesa, che non si intersechi o sovrapponga in qualche forma con un’analisi “mediologica”, quindi affidata a semiologi e mass-mediologi? Perché ricordo che porta scarpe griffate e predilige suonare Mozart al piano ma non so dire il titolo di una sua enciclica? Per penitenza comprerò un quadretto di Papa Benedetto XVI. Lo appendo in cucina, sotto al calendario con la foto di Sara che ci benedice col suo sguardo.

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