Questa sera, mentre addormentavo Sara, sono stato preso da una nostalgia dei miei nonni materni, Gino e Amelia, che non ci sono più ormai da diversi anni. Questa nostalgia ha preso la forma di un indirizzo di Piombino, Via Primo Maggio, quello dove abitavano e dove sono andato a trovarli per una vita, la mia, finché loro sono stati in vita. Mentre addormentavo Sara vedevo la strada, la vedevo come da un elicottero; è una cosa, questa, che mi è sempre capitata, ben prima che l’esistenza delle mappe di Google ne fornisse esperienza consueta e quotidiana: immaginare strade di città che conoscevo, così, come in visione dall’alto, come per immaginare cosa vi stesse accadendo in quel momento, con quale luce. Memoria e immaginazione costituiscono da sempre eccezionali webcam sul mondo, a pensarci bene. Insomma, stasera mi guardavo via Primo Maggio un po’ dall’alto, guardandola da Nord verso il mare, come per chi arriva in città dalla strada provinciale, e non riuscivo più a ricordare il numero civico dei nonni (62? 64? mi pare il 64…ma non ci giurerei, magari poi mia mamma passa di qua e lo lascia scritto in un commento).
Immaginare quella strada, e ricercare nella memoria quel civico di Via Primo Maggio, era un modo di andare a trovare Gino e Amelia nella mia memoria, ma anche nella mia anima, e di stare un po’ con loro. Rimango sempre convinto dell’esistenza potente di questi “stradari della memoria”, una toponomastica che condensa anni e anni di vissuto ed emozioni (le mie vacanze estive dell’infanzia, gli orecchioni d’agosto, le stelle cadenti in Piazza Bovio, le visite periodiche a salutarli quando ero studente universitario, le paste acquistate all’inizio della strada, il barattolino di gelato, la struscia e la zuppa che faceva nonna, i parenti buffi, le scale faticose da fare, il divano letto, le partite di calcio in tv con mio nonno, le malattie, i pianti, i sorrisi, i regali di Natale, i saluti finali ai corpi ricomposti sui letti). Ecco se dovessi dare un’immagine dell’anima userei sicuramente una metafora di tipo topografico, stradale, urbano, come città stratificata su altre città, pre-esistenti, come mappa di stati mentali, ricordi, sensazioni, pensieri.
Visualizzazione ingrandita della mappa
vorrei che Sara mi ricordasse così,i giorni passati assieme e anche questa casa con i fiori sul terrazzo e il tappeto con il prato,preso per lei,in attesa di lei.. e il seggiolino accanto al tavolo,presenza invisibile eppure concreta… grazie per essere nonna!! (il numero era 64)
Era un po’ che non leggevo il tuo blog. E mi ero persa questo post che mi ha fatto luccicare gli occhi e in cui ti riconosco. Ciao.