Appunti su poesia per voci di sintesi (1)

Definizioni e ipotesi (praticabili e non):

1) Lettura di brevi testi poetici all’interno dei messaggi di servizio che utilizzano voci sintetiche (stazioni, aeroporti, supermercati, call center…)

1 bis) Ricordare le poesie di Mario Luzi pubblicate dietro ai biglietti del bus di Firenze, in un certo periodo.

2) Per “voce sintetica” s’intenderà una voce naturale (non robotica) sul modello dei TTS disponibili.

3) Le inflessioni e le storpiature date dalle eventuali voci dei TTS settati su altre lingue rispetto ai testi composti in italiano costituiranno una variante delle possibilità di lettura e non una limitazione.

4) Possibilità di identificare criteri di composizione di un testo poetico destinato alla lettura di voci di sintesi (perché le Scimmie di Voltolini sì? Esistono in letteratura poeti più “vocalmente sintetizzabili” di altri? Quali tratti comuni manifestano?)

4 bis) Ricordare di procurarsi Mosorrofa (o anche solo di citarlo)

5) Analogie col tema dell’esecuzione musicale data da apparecchi meccanici e automatici (il flautista robot, le macchine musicali, i pianoforti automatici, i sintetizzatori, il Settecento e gli automi musicali, un Museo degli Automi musicali)

6) Le partiture di Bach come pura struttura eseguibile da strumenti di sintesi. Analogie?

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