L’inutile perfezione

clicca per ingrandire l'immagineRingrazio il prof. Alberto Manco per l’originale e sentita recensione che mi ha dedicato oggi nelle pagine culturali di Napolipiù. In particolare ha sottolineato una piccola chiusa “filosofica” all’interno della poesia “La pista”, là dove si parla di perfezione ed inutilità. Già Iaia de Marco, in riferimento alla stessa poesia, mi aveva fatto questa osservazione provocatoria: “Se Dio è l’essere perfettissimo non può non avere tra le sue perfezioni l’esistenza. Questa poesia dimostra l’inesistenza di Dio“. Io, invece, credo – con Hans Jonas – ad un Dio che creando si contrae, rinuncia a qualcosa di sé (onniscienza e onnipotenza) per fare spazio al creato ed alle sue creature. Così, nella mia “teologia”, anche Dio è “imperfetto”, come l’uomo. Per questo ogni perfezione mi pare inutile, perché segno di staticità, d’infertilità là dove l’imperfezione è generativa, dialettica, creatrice e creativa.

2 thoughts on “L’inutile perfezione

  1. Sì: la perfezione è solo un’idea priva di vita, e quindi di per sé morta, terminata, compiuta, ovvero inutile.

    PS – Bellissima l’espressione “un Dio che creando si contrae”!

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