Una tra le cose migliori che possa regalare la rete sono gli incontri. Ad esempio quello con un mio vero collega di “poesia ciclabile”. Con Alessandro Ricci (nella foto) ci siamo incrociati sul web: io avevo già letto tracce di lui e lui è venuto a suonare il campanello della sua bici sotto le finestre del mio blog in cerca di “versi ciclabili”. Alessandro scrive bellissime quartine a pedali (si possono leggere sotto l’etichetta biciclette nel blog d’arte varia Factory) e le diffonde tramite efficaci letture poetiche (o performance) affidandole a borracce colorate: poesia in borraccia, quindi, ma mai abborracciata.
Alessandro Ricci, giornalista e scrittore di Pescara, è stato ospite del Festival Ciclomundi di Portogruaro, primo “Festival nazionale del viaggio in bicicletta”, ed anche degli Amici della Bicicletta di Siena per delle letture all’interno del Salone Internazionale Terre di Libri. Credo che, inevitabilmente, prima o poi, dovremmo fare un gemellaggio e recitare le composizioni l’uno dell’altro. La cosa divertente è confrontare le nostre diverse interpretazioni rispetto alle medesime suggestioni (le stagioni, le parti del mezzo, la città, il doping, i cicloturisti, la fatica, il Tour, il Giro, i rottami abbandonati…) tanto che potremmo dialogare in modo puntuale ognuno con una sua composizione sul singolo tema.
Tutti e due, mi pare, partiamo dal presupposto che la bicicletta non sia un semplice mezzo di trasporto ma un “mondo semantico” da esplorare e raccontare. Anche Alessandro evita la retorica, gli agonismi, i trionfalismi romantici e, piuttosto, danza leggero sui pedali, come uno scalatore di rime, di immagini familiari, di ricordi e il tutto sempre con una buona dose di nostalgia e, soprattutto, di ironia. Misurare il Mondo attraverso i raggi di una bicicletta è un esercizio di “mansuetudine” e di resistenza contro le insensatezze del presente. Così spero.
Trascrivo qui una sua quartina tra le molte belle e che riconosco molto vicine al mio gusto
Stretti i denti e affannoso il petto
sulla faccia una sola grande ruga
chi pedala non solo per diletto
scatta dal treno al momento della fuga
Fortunato!!! Sono contento che tu abbia trovato un compare ciclopoeta!
Ora è vostro dovere “aggredire” i bambini, sensibili a poesie e cicli, e farne uomini ecologici!
Ciao,
fra le varie scambiate con Matteo, a questa non ci avevamo pensato!
…dai che scatta il Giro d’Italia a poesia negli asili. E nelle “Borracce di poesia”, latte a go go.
Saluti,
Alessandro Ricci
Siamo missionari
Le tv estive dà nno di cobalto
per strada si sente solo la catena
scorre il ciclista solitario sull’asfalto
felice bimbo su e giù per l’altalena
…quartina un po’ forzata, ma rende l’idea
Ale
Ricordo le salite a buona lena
che arrampicavo, e non ero alto,
finché non mi s’ingrippò la schiena
e dal dolore non trattenni il salto
ED E’ AMICO MIOOOOOO
(ehm… ciao a tutti)