Il semaforo ferma il tempo ai lati dell’attraversamento. Nella striscia d’asfalto ciclabile e pedonale gli istanti si allargano, rallentando, mentre tutto intorno sfuma, nell’indistinto, l’attesa di riprendere il consueto corso dei secondi. La borsa della ragazza ciondola, ha appena dondolato e tornerà a dondolare appena, pendolo galileiano mosso dall’inerzia dei pedali; il vestitino a fiori si è increspato seguendo lo spostamento delle gambe e del busto. Sull’altro lato, un uomo anziano in canottiera bianca, un altro mondo, scivola sul sentiero che fa da confine temporale tra il prima/dopo (la città) e il durante (l’attraversamento); abbagliato dal sole l’uomo anziano non riesce ad osservare, come vorrebbe, le giovani gambe leggere ed elastiche che muovono il vestitino a fiori. Intorno è silenzio.
(leggendo una foto di A.W. Mavilio)
Il giovane uomo che ha scattato la foto, invece è riuscito ad osservare anche quello che l’uomo anziano avrebbe voluto osservare )*
e vogliamo parlare della linea bianca che fa quasi da confine temporale?